gli editoriali di paolo bancale

ai colleghi di Avvenire

In un momento storico in cui vediamo con piacere nascere il “Cortile dei Gentili”, “aperto agli atei e agnostici disponibili al dialogo” (come chi scrive), erede della rimpianta “Cattedra dei non credenti” di Martini, il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire il 17 marzo ha passato in rassegna molte iniziative internazionali dell’ateismo militante. In quell’articolo cita anche noi in modo asettico e corretto, scrivendo: «In Italia i senza dio (minuscolo!) hanno una loro rivista, “Non credo”, edita dalla Fondazione ReligionsFree, intitolata al suo presidente Paolo Bancale». Siamo grati ai colleghi, lo diciamo con spirito amichevole, di Avvenire per la citazione, ed a loro ci apriamo in uno spirito di dialogo. Intanto con qualche chiarimento.

Il primo è che sia la Fondazione ReligionsFree sia la rivista NonCredo non sono necessariamente i referenti dei senza dio, cioè degli atei, ed anche se in parte capita che lo possano in pratica essere, Fondazione e rivista intendono rappresentare tutti e soltanto i “noncredenti”, e tali a qualsiasi titolo, cioè coloro che a prescindere da qualsivoglia problema di divinità o non divinità «non si riconoscono in nessuna religione», ma soltanto in un elevato standard etico: liberale, spirituale, solidaristico, illuministico. Il secondo chiarimento riguarda la grafia di “dio”: sì, lo scriviamo minuscolo perché la semantica è inequivocabile, non polisemica e senza sinonimi. La maiuscola è pura convenzione, come convenzioni sono che in tedesco si scriva con l’iniziale maiuscola qualsiasi sostantivo, anche quelli riguardanti i bisogni fisiologici, e come nella lingua inglese si dia del “voi” anche al fratello ed al gatto, in piena equivalenza col nostro “tu”. Convenzioni, quindi, ma assolutamente, vi prego, non mancanza di rispetto, poiché sappiamo bene quanto è importante quel “dio” per chi ci crede.

Ed infine, amici di Avvenire, siamo assolutamente disponibili a qualsiasi dialogo rispettoso e costruttivo circa le rispettive, differenti e lecitissime posizioni sulla scena nazionale, ed in questo spirito lockiano e voltairriano vi apriamo le nostre pagine, con la possibilità di esprimere il vostro pensiero direttamente ai nostri lettori, essendo aperti ad ospitare, se accettate il nostro invito, un vostro articolo sulle vostre visioni in rapporto alle nostre, quasi un “Cortile dei Gentili” in anteprima. Ameremmo poter essere la pars construens di un Dialogo e troveremmo arricchente sapere da voi come interpretate il nostro ruolo culturale nella società italiana pluralista e secolarizzata di oggi. Articolo che pubblicheremmo, ovviamente, senza alcun commento da parte nostra.