gli editoriali di paolo bancale

"Missione"

Mentre il laico Obama accetta che si eriga una moschea vicino allo spazio delle ex Torri Gemelle a suo tempo distrutte dagli islamici talebani, in Afghanistan le religioni continuano le loro stragi, dai bombardamenti aerei sui civili, all’esecuzione di una “Missione medica cristiana”, forse ritenuta inviata in esplorazione per conto della CIA. Orrori in tutti i casi. Ma mi sia concessa una riflessione.

Ritengo molto incauto o provocatorio usare in quei luoghi il drammatico termine “missione”, che per secoli ha incarnato gli avamposti dell’invasione proselitistica, soprattutto cattolica, in paesi allora soggiogati e sfruttati dal colonialismo occidentale. Le ferite del passato restano legate a nomi e immagini che rievocano tristezze infami nella storia di un popolo: schiavismo, frusta, catene, stupri, conversioni forzate, punizioni pubbliche, che restano nell’epos degli oppressi, e il termine “missione” può scatenare un doloroso transfert centrato su antiche umiliazioni, quali spoliazioni delle religioni autoctone e delle tradizioni dei padri. Ecco il potere drammatizzante dei ricordi eidetici con la storicizzazione del dolore e dell’insulto subito.

E allora, tornando alla “missione cristiana”, Emergency, per esempio, non usa questi equivoci termini liturgici rètro, e “ospedale”, “ambulatorio”, “scuola”, “pozzo” ecc. sono i corretti termini usati nelle realtà filantropiche senza falsi scopi. E poi, non si va in giro per l’Afghanistan, noto paese islamico integralista (non meno della Spagna cattolica di altri tempi), portandosi appresso una valigia piena di bibbie e vangeli scritti nella lingua strettamente locale dari, prova provata di una programmata attività proselitistica clandestina (contra factum non valent argumenta).

La filantropia è nobile, ma solo se avviene nel rispetto della fondamentale regola morale sull’amore per il prossimo che è la “Gratuità”, il far del bene senza necessità di egoistiche contropartite, come strappare subdole conversioni a vantaggio dell’espansione della propria ideologia. E si dicono cristiani? Ma si rileggano il Discorso della montagna del loro immeritato fondatore (Matteo 5, 38-40 e Luca 6, 17-49): «Se amate solo i vostri amici che merito ne avete?». La spiritualità ignora il sinallagma.