gli editoriali di paolo bancale

la differenza tra cristiano e cattolico

Ancora in tempi recenti non sono poche le aree della Terra ove il discrimine tra pace e guerra, anche in senso “civile” e culturale, è ancora costituito dalle religioni: Timor, Palestina, l’ex Raj indiano con India, Pakistan, Bangladesh, Punjab dei Sikh e Cachemire, Sudan, Nigeria, Iraq, Irlanda, Indonesia, Sri Lanka, Israele, Egitto, Bosnia, Algeria, Kosovo e altre. E neppure poche sono quelle in cui una qualche pace religiosa viene demandata alle decisioni di locali capi della religione dominante: gli ebrei ortodossi in Israele, gli ayatollah in Iran, quasi tutti i paesi a dominante cattolica, quasi tutti i paesi a dominante islamica, dalla laica Turchia di Kemal Ataturk alla feudale Arabia Saudita.

E il nostro Occidente? Credo dipenda da quanto ciascun popolo abbia saputo introiettare nella sua storia i concetti di libertà individuale e di laicità collettiva e dello Stato. Per gli USA, nonostante i Pilgrim Fathers del Mayflower e la bible belt, vale sovrano il primo emendamento alla Costituzione americana. Per l’Europa il mondo anglosassone porta nel sangue gli anticorpi della sua storia, quello francese della sua razionalità. E l’Italia, ove tribunali, scuole e uffici pubblici sono ope legis
localizzazioni ridicole per esporvi un simbolo serio, quand’anche di parte qual è il crocifisso, da noi è ben noto che i politici che contano, e a fortori quelli che sperano di contare, sia di maggioranza sia di opposizione, frequentano assiduamente, anche in via riservatissima, le stanze vaticane o della CEI ove vanno a prendere direttive, orientamenti, chiedono consigli, fanno promesse politiche e pagano cambiali elettorali.

Ma qui c’è tutta la differenza non soltanto semantica ma direi ontologica tra “cristiano” e “cattolico”, il primo individuando l’appartenenza ad una multiforme fede religiosa storica, il secondo riguardante i seguaci innanzitutto di un immenso potere politico, economico, finanziario, immobiliare, diplomatico ed elettorale, e poi anche della più dogmatica e gerarchica tra le fedi religiose di matrice cristiana. La religione non è politicamente premiante in Europa: Blair ha cambiato religione, il primate anglicano di Canterbury ignora la politica, il cattolico Sarkozy, la protestante Merkel, l’ateo para-ortodosso Putin, il laicista Zapatero vanno tutti laicamente per la loro strada. Per fare un’equivalenza, bisognerebbe che i nostri politici, quanto a Ruini e Bertone, non sapessero neppure chi sono.

Ma questa sarebbe Laicità, proprio come la intendeva il cattolico Cavour con il suo “Separatismo”, ma lui, purtroppo, a differenza degli altri due “Padri” Mazzini e Garibaldi, è morto troppo presto, e non c’era nessuno a rappresentarlo quando alla Costituente fu votato il nefasto e confessionale articolo 7 della nostra Carta.