gli editoriali di paolo bancale

il posto della donna nel potere

Il mondo occidentale, e per esso la protestante luterana Norvegia, ha nominato tre donne, due africane e una yemenita, di cui una di 32 anni e un’altra di 35, a vincitrici del Premio Nobel per la Pace. In Italia ove non ci sono donne che dirigano grandi banche o assicurazioni o rettorati e serve una legge per le “quote rosa”, la tabella che pubblichiamo forse non genera, come dovrebbe, tutta la vergogna e il disagio per un tale divario di civiltà rispetto al resto del mondo. Essa indica i Paesi, e quante volte per ognuno, una donna è stata eletta ai più alti livelli nazionali, e cioè capo dello Stato o Primo ministro. Ciò che la nostra classe manageriale e politica maschile rifiuta, ha invece visto donne elette anche dagli uomini ai vertici politici di Paesi come il Bangladesh, il Burundi, il Centro Africa, la Guyana, Haiti, Liberia, Madagascar, Mali, Ruanda, Sao Tomè, cioè Paesi ove non ci sarebbe nulla di strano a scoprire che queste donne discendono direttamente da nonni schiavi e nonne stuprate dai colonialisti bianchi.

Questo mondo italiano del potere tout-court, fatto di vecchi aggrappati ai loro privilegi, fa interrogare su che cosa al mondo nella storia, nell’antropologia, nella psicologia, nel costume nazionali possa giustificare l’abissale divario che ci separa dalla civiltà e dall’equità. Però ci viene in mente un collegamento: sono 16 secoli che il modello di riferimento del potere in Italia è stata la Curia cattolica che dal colle vaticano delibera, ordina, scomunica su popoli e monarchi. Una curia con un sovrano assoluto, un vecchio assistito da una grande corte di altrettanto vecchi, cui per tradizione tutto è permesso in ambito di potere, ricchezza e sesso; dove non si conosce la donna come essere paritario, portatore anche di amore, famiglia e maternità; ma solo suore tuttofare, o serve o quelle fatte entrare di straforo. E se questo è il modello che ha dominato sulla scena italiana da milleseicento anni, per giunta ammantato da uno specioso alone di carisma religioso, c’è poi da meravigliarsi se la donna non riesce ad essere più di una comparsa nelle nostre più alte sfere del potere nazionale così succube del Vaticano? Non a caso abbiamo grande stima per la moderatora e pastora dei cristiani protestanti valdesi, progredita comunità cristiana tanto perseguitata dai cattolici, in cui i generi sono assolutamente paritari a tutti i livelli del loro clero.

Argentina 2, Australia 1, Bahamas 1, Bangladesh 4, Bolivia 1, Brasile 1, Bulgaria 1, Burundi 2, Canada 1, Cent.AfricRepublic1, Ceylon 5, Cile 1, Costa Rica 1, Croazia 1, Danimarca 1, Ecuador 1, Filippine 2, Finlandia 2, Francia 1, Germania 1, Giamaica 1, Guyana 1, Haiti 3, India 2, Indonesia 1, Islanda 1, Israele 1, Iugoslavia 1, Kirghizistan 1, Liberia 2, Lituania 3, Macedonia 2, Madagascar 1, Mali 1, Moldavia 1, Mongolia 1, Mozambico 1, Nicaragua 1, Norvegia 4, Nuova Zelanda 2, Pakistan 2, Panama 1, Perù 2, Polonia 1, Portogallo 1, Regno Unito 1, Rep. Domenicana 1, Ruanda 1, San Marino 12, Sao Tomé 1, Senegal 1, Slovacchia 1, Sud Corea 2, Tailandia 1, Trinidad 1, Turchia 1, Ucraina 2