Il mondo occidentale, e per esso la protestante luterana Norvegia, ha
nominato tre donne, due africane e una yemenita, di cui una di 32 anni e
un’altra di 35, a vincitrici del Premio Nobel per la Pace. In Italia ove non ci
sono donne che dirigano grandi banche o assicurazioni o rettorati e serve
una legge per le “quote rosa”, la tabella che pubblichiamo forse non genera,
come dovrebbe, tutta la vergogna e il disagio per un tale divario di civiltà
rispetto al resto del mondo. Essa indica i Paesi, e quante volte per ognuno,
una donna è stata eletta ai più alti livelli nazionali, e cioè capo dello Stato o
Primo ministro. Ciò che la nostra classe manageriale e politica maschile rifiuta,
ha invece visto donne elette anche dagli uomini ai vertici politici di
Paesi come il Bangladesh, il Burundi, il Centro Africa, la Guyana, Haiti,
Liberia, Madagascar, Mali, Ruanda, Sao Tomè, cioè Paesi ove non ci sarebbe
nulla di strano a scoprire che queste donne discendono direttamente da
nonni schiavi e nonne stuprate dai colonialisti bianchi.
Questo mondo italiano del potere tout-court, fatto di vecchi aggrappati ai
loro privilegi, fa interrogare su che cosa al mondo nella storia, nell’antropologia,
nella psicologia, nel costume nazionali possa giustificare
l’abissale divario che ci separa dalla civiltà e dall’equità. Però ci viene in
mente un collegamento: sono 16 secoli che il modello di riferimento del
potere in Italia è stata la Curia cattolica che dal colle vaticano delibera, ordina,
scomunica su popoli e monarchi. Una curia con un sovrano assoluto, un
vecchio assistito da una grande corte di altrettanto vecchi, cui per tradizione
tutto è permesso in ambito di potere, ricchezza e sesso; dove non si conosce
la donna come essere paritario, portatore anche di amore, famiglia e maternità;
ma solo suore tuttofare, o serve o quelle fatte entrare di straforo.
E se questo è il modello che ha dominato sulla scena italiana da milleseicento
anni, per giunta ammantato da uno specioso alone di carisma religioso,
c’è poi da meravigliarsi se la donna non riesce ad essere più di una
comparsa nelle nostre più alte sfere del potere nazionale così succube del
Vaticano? Non a caso abbiamo grande stima per la moderatora e pastora
dei cristiani protestanti valdesi, progredita comunità cristiana tanto perseguitata
dai cattolici, in cui i generi sono assolutamente paritari a tutti i livelli
del loro clero.
Argentina 2, Australia 1, Bahamas 1, Bangladesh 4, Bolivia 1, Brasile 1, Bulgaria 1, Burundi 2,
Canada 1, Cent.AfricRepublic1, Ceylon 5, Cile 1, Costa Rica 1, Croazia 1, Danimarca 1, Ecuador
1, Filippine 2, Finlandia 2, Francia 1, Germania 1, Giamaica 1, Guyana 1, Haiti 3, India 2, Indonesia
1, Islanda 1, Israele 1, Iugoslavia 1, Kirghizistan 1, Liberia 2, Lituania 3, Macedonia 2,
Madagascar 1, Mali 1, Moldavia 1, Mongolia 1, Mozambico 1, Nicaragua 1, Norvegia 4, Nuova
Zelanda 2, Pakistan 2, Panama 1, Perù 2, Polonia 1, Portogallo 1, Regno Unito 1, Rep. Domenicana
1, Ruanda 1, San Marino 12, Sao Tomé 1, Senegal 1, Slovacchia 1, Sud Corea 2, Tailandia
1, Trinidad 1, Turchia 1, Ucraina 2