Nessuno oggigiorno crede nei fantasmi, e forse molti non sanno
neppure che cosa essi siano, ma se i milioni di persone che ritengono
che i fantasmi non esistono si mettessero tutte a scriverne
e a proclamare come fosse un mantra:”I fantasmi non
esistono, non credo nei fantasmi, io sono un a-fantasmatico”, ebbene
i fantasmi diverrebbero popolari e, come avvenne per “Lo
squalo” o Frankenstein, ci sarebbe una fioritura di libri e film sui
fantasmi. Invece, se qualcosa NON esiste, basta! non c’è motivo
di riesumarlo e se ne deve consapevolmente saper prescindere.
Che ne parlino le religioni è scontato: il dio e gli dèi li hanno inventati loro come minaccioso
grimaldello per imporsi agli uomini; le filosofie possono dire e dicono quel che
vogliono al riguardo ma generalmente usano una diversa terminologia (a differenza
delle teologie che essendo filosofie monomaniache non possono che parlare soltanto
della loro ossessione); la scienza, invece, così come Lagrange, non vi ricorre né come
ipotesi né come termine lessicale.
Ma allora chi è che parla del cosiddetto dio? Ahimè, proprio chi lo nega e poi non parla
d’altro. Tanto per fare un esempio, ma ce ne sarebbero una miriade: il volume n.5 di Micromega
è dedicato all’ateismo, ma la parola “Dio” vi è ripetuta più volte che non in Bibbia,
vangeli e Corano messi insieme! Ha un senso? O è la sindrome di Stoccolma?
L’onnipotente, l’onnisciente, l’eterno ecc è un vago mito, è il mulino a vento di don Quijote,
ma le religioni, invece, ESISTONO! Sono reali, forti, determinate, potenti, oppressive,
onnipervasive, ricche, subdole ed esisteranno finchè ci sarà qualcuno che continua
a crederci mentre loro lo tengono per il collo. Ecco perché il termine che identifica la nostra
milizia ideologica, socio-politica e culturale non è “ateo” ma è “noncredente”.
(Da qui l’evidente errore concettuale nel titolo del recente libro di tre filosofi “Atei o credenti?”
stando al quale non ci sarebbe posto per tutti i deisti e neppure per lo stesso
Voltaire!).
Sono lieto di essere al riguardo in compagnia di un noto scienziato, il biologo Edoardo
Boncinelli, che scrive in prima persona a pag. 24 del citato volume: ”Uno scrupolo filologico
mi impedisce di definirmi e farmi definire “ateo”, che è colui che “sa” che Dio non c’è, mentre
io non posso “saperlo” con sicurezza, come Kant ha ampiamente dimostrato; potrei dirmi “
agnostico” ma il termine mi piace poco. Sono invece certamente “non credente”, qualifica che
nel nostro paese significa cose chiarissime……..Ed è proprio con il concetto di religione che non
mi trovo.”
Esattamente per gli stessi motivi lessicali e di sostanza questa pubblicazione si chiama
“NonCredo” e il suo editore Fondazione “ReligionsFree”.
Allons enfants!