L’Illuminismo, storicamente, è apparso dopo secoli infausti e infelici dominati dalle religioni,
quando il pensiero, i comportamenti umani e i sentimenti erano terroristicamente
imposti dalle religioni che esprimevano il potere. Non diciamo nulla di nuovo:
persecuzioni, guerre, oscurantismo, arretratezza ne erano gli aspetti identitari. Secolo
dei Lumi? Sì, l’Illuminismo è luce, della ragione e del sentimento, come si legge nei
suoi più immediati esiti: la Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti (Filadelfia
1776), la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (Parigi 1789) ed infine nella
Costituzione del primo anno (Parigi 1793) che ne rappresenta la più virtuosa sintesi. A
ridosso di carceri, torture e roghi questa Costituzione, varata dalla Convenzione postrivoluzione
francese il 24 giugno del 1793, sanciva:
la sovranità appartiene al popolo;
suffragio universale;
referendum popolare;
assistenza agli infermi e ai più poveri;
diritto allo studio in una scuola laica e pubblica;
uguaglianza, libertà, proprietà e sicurezza;
ma oltre questo abissale cambio di paradigma esistenziale, politico, culturale e morale,
voglio far notare in particolare tre dei trentacinque articoli che la compongono:
art.1 “Lo scopo della società è la felicità comune”, cioè di ognuno e di tutti;
art.35 “Il diritto all’insurrezione se il Governo viola i diritti del popolo”;
art.6 ”Non fare ad altri ciò che non vuoi sia fatto a te”. che cita testualmente, e virgolettato!, il grande principio morale, etico, religioso, spirituale, empatico di Confucio.
Questa è religione di civiltà. A questo punto perché mai una società costruita su questi
presupposti dovrebbe avere bisogno delle cosiddette religioni? Per caso per amore di
ceri, reliquie, processioni o forse per l’arricchimento dei loro preti?