Un noto giornalista da inchieste, Aldo Cazzullo, e il più autorevole quotidiano italiano,
il Corriere della sera, in una intervista al rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, hanno
espresso intuizioni molto giustificate che sfuggono alla attuale conformistica deriva sionista.
Chiede Cazzullo: ”Perché gli ebrei sono stati sempre perseguitati ovunque e da tutti?” Risposta
:”E’ una scelta del Padreterno”(!).
Su un piano meno magico-metafisico e più
concretamente antropologico, è invece il caso di chiedersi come mai un popolo così antico
come gli Ebrei, già dal tempo di Egizi e Babilonesi, fino poi ai ghetti cattolici, ai pogrom
russi, all’antisemitismo mittel-europeo, perché mai sono sempre risultati invisi,
non come singolo ma come gruppo etnico, a tutti i popoli presso i quali si sono trasferiti?
Quel narcisismo epigenetico per cui si autodefiniscono il “popolo eletto” e prediletto dalla
loro divinità non rappresenta a conti fatti una molto spocchiosa e superstiziosa ossessione
di perdenti? Non aver mai saputo legare con una miriade di popoli pur così diversi
non legittima il pensiero che la risposta sia in loro e nella truce cultura del loro dio,
(quello dell’omicidio di Isacco e del massacro di Gerico), di cui tanto si riempiono la
bocca, realtà che li avrebbero tagliati fuori dal sentiero dell’empatia e della solidarietà
tra diversi e paranoicamente concentrati solo su se stessi? E a Cazzullo che chiedeva sulla
accoglienza ai migranti musulmani in Italia, così risponde il rabbino: ”Sono preoccupato.
L’Europa è nata dopo Auschwitz, non vorrei che finisse con un’altra Auschwitz. Non so chi sarebbero
questa volta le vittime. So che la migrazione incontrollata può provocare una reazione di
intolleranza: ci andremmo di mezzo anche noi, e forse per primi”.
Questo piangersi sempre addosso
e gettar irresponsabilmente benzina su paure collettive inconscie, aizzando così la
piazza e l’opinione pubblica, ha fatto la fortuna del sionismo del dopoquerra. E continua
Cazzullo: ”L’arrivo di migliaia di migranti musulmani è un problema per gli ebrei?”
Qui la risposta
di un autorevole rappresentante di un popolo che, finchè gli è convenuto, ha per
secoli sempre vissuto da migrante in terre altrui, è sprezzantemente all’opposto del minimo
sentimento inter-religioso, inter-etnico e di soccorso, infatti risponde Di Segni :
”Non solo per gli ebrei, ma per tutti”. Poco ci manca che non ci inviti a ributtare i migranti
a mare. Ma sul Giorno della Memoria vede chiaro (subconscio?) dicendo che “fa rischiare
l’assuefazione, la noia e alla lunga il rigetto di chi dice:”Non ne posso più di questi ebrei che stanno
sempre a piangere”. Ne siamo tutti convinti, ma meno male che lo dice lui poiché nell’Italia
di oggi un cittadino non ebreo rischierebbe la gogna o una denuncia per antisemitismo.
Che l’Olocausto sia stato uno dei maggiori scandali e nefandezze dell’intera storia
umana non vi è dubbio, a livello mondiale. Sul piano strettamente italiano, invece, se si
fa un Giorno della Memoria per i 7.500 ebrei italiani uccisi in due anni ad Auschwitz, allora
se ne faccia anche un altro per i 9.500 italiani fucilati dai tedeschi in tre giorni di sangue
a Cefalonia. Ma quelli purtroppo non si piangono addosso.