Il traguardo di autonomia e realizzazione dell’uomo viene spesso collegato all’autonomia
offerta dall’ateismo con la sua non dipendenza mentale da feticci autogestiti. Ciò
è vero solo parzialmente poiché il limite della nostra autonomia non sta nel credere
nelle ipotetiche divinità, bensì nella stessa attività del credere in quanto tale, quando ciò
implichi il pensiero magico, la superstizione, la dipendenza da convinzioni altrui che
castra la nostra libertà del pensiero.Il Dammapada inizia con il verso “tu sei la tua mente”
e l’etica del filosofo Buddha proclama “siate luce a voi stessi”, cioè “non credere supinamente
ma cerca in proprio”, che poi è lo spirito dell’Illuminismo.
Ma allora le tante diverse religioni che coprono a macchia di leopardo il pianeta? Per
non sbagliare molte promettono pace e piena realizzazione dell’umanità, molte si spingono,
per quello che costa, fino ad assicurare una vita ultraterrena senza prove ma solo
speranza, eppure una lunga scia di sangue e di sofferenza traccia la storia delle religioni,
specie quelle gerarchicamente strutturate. Esistono però, lontane da dogmi e prescrizioni
delle fedi organizzate in religioni, linee di ricerca spirituale che propongono
visioni rispettose del valore degli esseri viventi.
Dostoevskij arriva a dire “se dio non c’è tutto è possibile”, ma il dio di Dostoevskij è soltanto
un falso scopo poiché tutto diventa possibile solo se qualcuno, creduto credibile,
per esempio qualsiasi clero, ti fa credere che qualcosa è lecita, auspicabile e autoritariamente
voluta dal dio di turno. Il “dio lo vuole”, fatto credere e quindi creduto per
vero, ha tenuto compagnia a roghi, guerre, omicidi, oscurantismi, persecuzioni, torture.
Il problema non è tanto il concetto di uno o più divinità, dalla pigra scorciatoia del
deismo alla infantile allucinazione del teismo, bensì la cieca fede inculcata e pretesa
dalle religioni, quella dei suicidi cristiani del Colosseo o dei massacratori cattolici delle
crociate, quella dei kamikaze islamici o del sati, il rogo delle vedove indù.
Le religioni, oltre all’essere ontologicamente posticce e non utili, sono diseducative, divisive
e politicamente pericolose in quanto da sempre portatrici di violenza e intolleranza.
L’ipnosi indotta dallo psicoterapeuta può durare un’ora, ma quella, per giunta
di massa, artificiosamente procurata dalla cosiddetta “fede” prende tutta una vita, dalla
nascita fini alla soglia del millantato aldilà. Provate a immaginare senza pregiudizi una
società “momentaneamente” priva di religioni, ovvero religions-free, e vedrete come
essa scorrerebbe “civilmente” in un contesto di cittadini consapevoli e non di credenti
“dipendenti” dai loro suggeritori.