Un po' in tutto il mondo in larghi strati
della popolazione, in particolare quelli
più semplici, popolari o conservatori
poco avver titi, è diffusa l’opinione che la
morale, l’etica, il comportamento orientato
al bene comune siano il portato
della religione, ovviamente fra le tante,
quella locale e tradizionale. Ma non è
così. L’etica nasce dalle esigenze del vivere
insieme, Robinson Crusoe solo sull’isola
non ne aveva bisogno.
La vir tù, elemento cardine del modo di
inter-relazionarsi, si fonda su ragione e
sentimento, su empatia e reciprocità. Ne
sono prova tutte le grandi massime del
vivere collettivo, dal classico “Cuique
suum tribuere, alter um non laedere, honeste
vivere” al confuciano “Non fare
ad altri ciò che non vor resti fosse fatto a
te”, agli otto dhar ma mondani buddhisti,
al gesuistico “Ama il tuo prossimo
come te stesso”, al milliano “La tua libertà finisce ove comincia quella altrui”.
In tutto ciò non vi è traccia di sacro e di
divino o di divinità di ogni genere né di
ultraterreno: etica e morale sono prodotti
dell’uomo per l’uomo, sono l’arte
esperienziale dei comportamenti compatibili.
E le religioni? Hanno tentato di costruire
anch’esse la pace sociale ma sul
castigo del loro dio e quindi sul terrore:
quella giudea con la lapidazione, la musulmana
col taglio della mano, la cristiana
con la tortura e i roghi. E’ la
storia.