Penso che quasi tutte le religioni si
compongono di due segmenti culturali,
quello della cosmogonia
fatto di fantasie, e quello socio-cultuale
e comportamentale. Con il
primo le religioni si creano una presunzione
di credibilità nella mente
della gente semplice, con il secondo
fanno politica e dominano le masse.
I “catechismi” sono questo
secondo segmento precettivo
e punitivo.
Ma i catechismi non sono
etica, categoria antropologica
e non dialettica, altrimenti
equivarrebbero a
legislazione. L’etica si
fonda sul coesistere, sul
non nuocere, sul non prevalere
dell’ego, e nasce nell’intimità
della coscienza e non da un sillogismo,
proviene da un senso empatico
di pace e non di convenienza, dalla
libera e reciproca condivisione e
non dall’egemonia. L’etica poggia
su una visione irenistica del vivere
umano, e non vedo al riguardo piattaforma
più discriminante del dolore,
categoria universale dell’essere
a cui nessun senziente può sfuggire,
mentre, invece, fa di tutto, autonomamente,
per evitarlo.
La differenza tra catechismo ed
etica la si può ritrovare tra due
massime sublimi che hanno orientato,
ognuna per sé, la storia di
molte importanti comunità umane.
La prima è di Gesù di Nazareth:
“Ama il tuo prossimo come te stesso”,
selettiva quanto aleatoria, poiché
prescrive di amare, ma si sa bene
che non ci si può obbligare ad
amare né per volontà propria né
per decreto. L’etica allo stato puro
la troviamo invece nel cinese Confucio
con il suo celebre:
“Non fare ad altri ciò che
non vorresti fosse fatto a
te”, che poggia sull’empatia
del dolore verso tutti
gli altri esseri. quindi su
ciò che la Natura stessa ci
impone di evitare, il dolore,
a cominciare da noi
stessi.
Questa sì che è una piattaforma
etica credibile, centrata non su un
precetto a fare ma sulla realtà del
nostro essere, sulla nostra natura
spirituale, sul senso empatico e reciproco
di pace. Ai catechismi ed ai
loro precetti, invece, lasciamo tutta
la disumanità morale e oggettiva
delle loro tante crociate, roghi e imperialismi
missionari, che rappresentano
purtroppo tanta parte
della storia dell’Occidente cattolico.