Il clero è composto dai preti. E chi è il prete?
Il prete è un individuo anomalo che
per sua natura rifugge il legame
della famiglia e i relativi sentimenti
coniugale e genitoriale, un individuo
che vuole sicurezza economica ed
agi di vita ma senza esercitare alcun
lavoro di qualsiasi genere manuale o
artigianale o professionale;
egli non conosce disoccupazione
perché la sua corporazione
gerarchica provvede a
lui con stipendio, vitto, alloggio
e motorizzazione garantiti
a fronte della sua
attività perenne di propaganda
e proselitismo della
causa comune speculando
sulle paure esistenziali del genere
umano.
Egli è monotono e ricalca perennemente
gli schemi impostigli senza
spazio per alcuna creatività vista
dalla sua gerarchia come tentazione
ereticale: racconta sempre senza stupirsi
le stesse banalità arcinote dette
scritture o parabole o citazioni: chi
cammina sull’acqua, chi muore e risorge,
i mari che si aprono, i ciechi
che vedono, gli dèi che provvedono:
è la babele delle favole per carpire il
consenso dei semplici; il prete è un
agit-prop a tempo pieno che vive di
propaganda finalizzata come Joseph
Goebbels.
I preti, il cui prototipo storico è
quello cattolico, per loro strategia
collaudata tendono a conquistare e
colonizzare il territorio con metodologia
militare, facendo innanzi tutto
terra bruciata di ogni cultura precedente,
religiosa o anche solo tradizionale:
così con quella
latino-romana, egizia, precolombiana,
aborigena, celtica, inuit, polinesiane
e africane.
Distruggere templi, estirpare
tradizioni e arte,
espurgare testi, perseguitare
culti, e crearsi una
propria linea logistica all’insegna
del trade mark,
il logo ovverossia la crocepatibolo
con asse discendente
più lungo per le
gambe del condannato, che hanno
disseminato sui territori dalle cime
delle montagne ai centri urbani
come facevano con l’aquila imperiale
le legioni romane.
Tutti portano avanti un lavoro, una
famiglia, una propria visione esperienziale
della vita e del mondo,
tutti tranne i preti, tutti rigorosamente
maschi, fra cui anche pedofili
e gay, tutti obbligatoriamente allineati
agli interessi della “Cupola”
diretta dal suo zar.
E l’Italia dei Comuni e del Risorgimento
e dell’autonomia culturale ne
fa le spese.