gli editoriali di paolo bancale

Il Simbolo dello Stato

Lo Stato è il Tutto che comprende Tutti e in cui ognuno si deve sentire rappresentato.
Lo Stato e il suo simbolo debbono essere sempre un tutt’uno coerente: il Tricolore non è una croce.

Rappresentare lo Stato attraverso un simbolo ideologico come può essere un fascio, falce e martello o svastica è una usurpazione dei pochi sui tutti, ma se si adotta un simbolo addirittura fideistico e totalitario di una religione si consuma la rottura di una relazione di appartenenza e di fedeltà tra le parti. Lo Stato è una collettività condivisa che include ogni cittadino, noi, voi, loro, ciascuno per sé con la propria natura e personalità e libertà, e non può essere ridotto ad espressione di una confraternita di adepti.
Lo Stato è un ologramma di umanità varia e coesa finalizzata ad una vita, ad un bene superiore, ad un futuro comuni. I simboli che esprimono una appartenenza coatta o una esclusione implicita sono espressioni di fazioni, non di comunità statuali e nazionali. Un esempio può essere la carducciana “bianca croce di Savoia”, ovvero lo stemma al centro del tricolore nel cui nome il regno di Sardegna diventò regno di una Italia unita e in cui, per merito di plebisciti, tutti gli italiani si videro rappresentati. Ma, quando non fu più in grado di rappresentare l’Italia nella sua totalità, nonostante Goito, Pastrengo ecc il glorioso e storico simbolo dei Savoia fu rimosso dalla bandiera nazionale.
Il simbolo è Simbolo se è omnicomprensivo. Ed alla luce dei censimenti e delle mutazioni sociologiche che sono sotto gli occhi di tutti, chi mai può sostenere e dimostrare la onnicomprensività dell’antico e superato, antistorico e divisivo simbolo clericale della croce? Quando questo avviene, e tutti i giorni e in tutta Italia questo avviene, per milioni di cittadini si incarna il grido: “Italiano, il tuo Stato ti rifiuta, ti discrimina, ti esclude!”