Lo Stato è il Tutto che comprende
Tutti e in cui ognuno si deve sentire
rappresentato.
Lo Stato e il suo simbolo debbono
essere sempre un tutt’uno coerente:
il Tricolore non è una croce.
Rappresentare lo Stato attraverso
un simbolo ideologico come può essere
un fascio, falce e martello o
svastica è una usurpazione dei
pochi sui tutti, ma se si adotta un
simbolo addirittura fideistico
e totalitario di una
religione si consuma la
rottura di una relazione di
appartenenza e di fedeltà
tra le parti. Lo Stato è una
collettività condivisa che
include ogni cittadino,
noi, voi, loro, ciascuno per
sé con la propria natura e
personalità e libertà, e non può essere
ridotto ad espressione di una
confraternita di adepti.
Lo Stato è un ologramma di umanità
varia e coesa finalizzata ad una
vita, ad un bene superiore, ad un
futuro comuni. I simboli che esprimono
una appartenenza coatta o
una esclusione implicita sono
espressioni di fazioni, non di comunità
statuali e nazionali. Un esempio
può essere la carducciana
“bianca croce di Savoia”, ovvero lo
stemma al centro del tricolore nel
cui nome il regno di Sardegna diventò
regno di una Italia unita e in
cui, per merito di plebisciti, tutti gli
italiani si videro rappresentati. Ma,
quando non fu più in grado di rappresentare
l’Italia nella sua totalità,
nonostante Goito, Pastrengo
ecc il glorioso e storico simbolo dei
Savoia fu rimosso dalla bandiera
nazionale.
Il simbolo è Simbolo se è
omnicomprensivo. Ed alla
luce dei censimenti e delle
mutazioni sociologiche
che sono sotto gli occhi di
tutti, chi mai può sostenere
e dimostrare la onnicomprensività
dell’antico
e superato, antistorico e divisivo
simbolo clericale della croce?
Quando questo avviene, e tutti i
giorni e in tutta Italia questo avviene,
per milioni di cittadini si incarna
il grido: “Italiano, il tuo Stato
ti rifiuta, ti discrimina, ti esclude!”