Immaginare un mondo dello spirito che
trascenda la materialità ed i vincoli
della realtà fisica, e quindi del puro fare
ed avere contro la levità impercettibile
e sublime dell’essere, questo è ed è sempre
stato il punto di fuga della trascendenza
pura, dal vuoto buddista
all’oggetto della meditazione e del sé,
alla ricerca dell’essere nell’essere e di
ciò che chiamiamo spiritualità tout
court. Essa sfugge alle leggi del tempo e
dello spazio, di causa ed effetto, del
micro e del macro, dell’immagine e del
suono, della ragione e dei sentimenti,
essendo essa il portato dell’ascesi
in una intuizione incorporea
e illimitata di cui
l’Oriente sapiente, sufi compresi,
ce ne ha aperto nei secoli
le porte.
La società erede dei monoteismi
venuti dal Medio Oriente
ha amato invocare la spiritualità
confondendola con i
coinvolgimenti e le compromissioni
del più gretto principio
fisico di realtà, e tra tutte le
religioni del cosiddetto Libro, il cattolicesimo
ha dimostrato la più stretta artificiosa
dipendenza con quanto è non
solo Terra ma anche Carne, Sangue e
Dolore. Nessuno più di Mel Gibson ne
ha saputo interpretare in chiave grandguignolesca
l’odore di strazio, di carne
e di morte.
Fa inorridire pensare che in venti secoli
di cattolicesimo si è andati a cercare il
c.d. sacro nelle viscere del corpo
umano, dal miocardio, cioè il cuore,
“sacro” dell’uomo-dio Gesù a quello
non meno idolatrato di sua madre: il
“sacro” prepuzio del pene di Gesù festeggiato
dalla Chiesa cattolica il 1° gennaio
di ogni anno; un budello femminile
come la vagina di cui, con lo
sbandieramento di una presunta verginità,
se ne festeggia la non pervietà in
alcuni personaggi cattolici a cominciare
da Maria, anche se h anno partorito; il
concepimento di Gesù vantando l’assenza
di coito e di sperma maschile; la
celebrazione delle c.d. stimmate quale
presunto messaggio della loro divinità
attraverso la ulcerazione purulenta e
profonda di parti del tessuto cutaneo.
Per non dire poi che per ogni proclamata
“assunzione al cielo” di
Gesù e Maria c’è in ballo uno
spostamento di “quintali” di
carne corporea dalla massa
terrestre e suoi equilibri gravitazionali.
Scarsa fantasia o vera ossessione
congiunta con un morboso
interesse al negativo per
la naturale sessualità, tranne
che nelle perversioni diffusissime
nel clero cattolico della
pedofilia e della pederastia? E che dire
del ruolo masochistico assegnato al dolore
fisico riscontrabile nella ricerca di
orgasmo attraverso l’autoflagellazione e
il cilicio? Dolore quale pseudo aberrante
purificazione abusata nella diffusa
pratica della tortura da parte dei tribunali
cattolici, ovvero nell’ardere vivo in
pubblico spettacolo dei condannati a
morte. E la tanto smerciata immagine
di Gesù sanguinante dalla fronte e dalla
fustigazione, immagini inutilmente
cruente che turbano le menti dei semplici,
squallida pratica vittimistica per
sedurre alle conversioni ed alle donazioni.