La Storia e la geografia politica ci mostrano quale indiscutibile difesa della autonomia
e della libertà di un popolo sia rappresentata da una pubblica opinione che si riconosca
in un forte senso dello Stato e della propria storia, in specie laddove la
dottrina e le mire della Chiesa cattolica, centrate sul principio di autorità del papa su
qualsiasi potere statuale, non hanno consentito nell’excursus storico il formarsi spontaneo
di un laico senso identitario di indipendenza. Quale destino attende una Italia,
così geneticamente fragile per la sua carenza di Senso dello Stato, vitale anticorpo
contro il cancro del colonialismo delle sagrestie cattoliche, lo stesso che osò scomunicare
Vittorio Emanuele II e Cavour?
Da tempo il Vaticano sta perdendo nel mondo decine di milioni di ex fedeli, fenomeno
a cui esso risponde accentuando asimmetriche alleanze con governi deboli o
dittatoriali attraverso la creazione di partiti cattolici asserviti e attivando la sua spregiudicata
massoneria cattolica. In Italia, pur dopo Porta Pia, ciò ha saputo produrre
i due catastrofici Concordati, l’articolo 7 della Costituzione, il partito democristiano
gestito dal clero, una battaglia continua per divorzio e aborto e femminismo e diritti
civili e contrasto all’evasione fiscale degli enti cattolici, contro la loro presa di possesso
delle televisioni nazionali e di parte della stampa, mentre la morsa si sta stringendo
sempre di più giugulando una Italia sempre meno cattolica nella popolazione
ma sempre più clericalizzata nelle Istituzioni e nella classe dirigente politica.
E non si faccia l’errore di sottovalutare il potere dei preti e delle loro mire, poichè non
si tratta di una sporadica polluzione in un momento storico ma del nostro futuro.
Non si dimentichi che il cattolicesimo e i suoi preti e papi dal volto ambiguo hanno
sempre vissuto, per venti secoli, all’ombra dei loro crudeli eserciti, tribunali, missionari
e boia. Il potere gestito dalle religioni e quello delle dittature hanno molto in comune,
specie per il cattolicesimo, come mostrano i suoi rapporti privilegiati con
Pinochet e con i colonnelli argentini, con Mussolini, Franco, Diem, Horty, Salazar,
Pavelic e Stepinac, e Hitler, perseguendo eguali esempi di società oppresse. Si rifletta
sul discorso che lo stesso Hitler pronunciò il 26 aprile 1933 alla firma del Concordato
tra Germania e Vaticano, rappresentato dal futuro papa Pacelli:
“Le scuole laiche non possono essere tollerate perché tali scuole non hanno
istruzione religiosa; l’indottrinamento del carattere e la religione devono derivare
dalla fede; abbiamo bisogno di gente che crede.”
Per esempio, “credere” nello sterminio degli Ebrei. E così potremmo dire che quel
giorno, tollerati dal papato cattolico di Roma, nacquero il Nazismo ed Auschwitz.