- Serpeggia in tutti gli ambienti una grande delusione per la cattiva
riuscita della grande sorpresa che doveva essere un papa gesuita. Da
quello che ci è stato dato di vedere è un insufficiente parroco di campagna
senza idee, senza sprint, senza una visione che non siano quattro
parole di catechismo campagnolo. È senza un minimo di carisma,
insomma quello che si chiama un “quadro” in ambito aziendale.
Estremamente moscio, incapace di trascinare, discorsi melensi come
quelli di mezzogiorno, sguardo spento e sorriso stabile stereotipato
che ricorda un romanzo di Hugo. Lo si è voluto “pompare” atribuendogli
iniziative di rilievo ma rimane l’amministratore di un obeso condominio
di provincia.
- Non posso non darti ragione, è stata una frana della pretesa dimensione
mondiale della Chiesa del Rinascimento. Peggio di tutti hanno
fatto quelli che lo hanno voluto esporre provando a internazionalizzarlo
lanciandolo sulla scena politica, dove poveruomo è l’unico che
balbetta di avere una sorta di missione di pace che tutti gli negano.
Fanno un po' pena lui e il suo irenico portavoce Papi che sembra
l’unico ad avere fiducia in lui. Insomma è l’uomo sbagliato al posto
sbagliato, Certo il paragone con Wojtila o Giovanni lo dilania e finanche
Montini e Luciani lo sovrastano.
- E siccome pure l’immagine dice la sua, ci mancava pure la carrozzella!
- E lui se ne rende conto ma non sa come uscirne: non se lo fila nessuno
e sembra un pugile che aspetta disperatamente il gong.