gli editoriali di paolo bancale

la frana del papa gesuita

- Serpeggia in tutti gli ambienti una grande delusione per la cattiva riuscita della grande sorpresa che doveva essere un papa gesuita. Da quello che ci è stato dato di vedere è un insufficiente parroco di campagna senza idee, senza sprint, senza una visione che non siano quattro parole di catechismo campagnolo. È senza un minimo di carisma, insomma quello che si chiama un “quadro” in ambito aziendale. Estremamente moscio, incapace di trascinare, discorsi melensi come quelli di mezzogiorno, sguardo spento e sorriso stabile stereotipato che ricorda un romanzo di Hugo. Lo si è voluto “pompare” atribuendogli iniziative di rilievo ma rimane l’amministratore di un obeso condominio di provincia.
- Non posso non darti ragione, è stata una frana della pretesa dimensione mondiale della Chiesa del Rinascimento. Peggio di tutti hanno fatto quelli che lo hanno voluto esporre provando a internazionalizzarlo lanciandolo sulla scena politica, dove poveruomo è l’unico che balbetta di avere una sorta di missione di pace che tutti gli negano. Fanno un po' pena lui e il suo irenico portavoce Papi che sembra l’unico ad avere fiducia in lui. Insomma è l’uomo sbagliato al posto sbagliato, Certo il paragone con Wojtila o Giovanni lo dilania e finanche Montini e Luciani lo sovrastano.
- E siccome pure l’immagine dice la sua, ci mancava pure la carrozzella!
- E lui se ne rende conto ma non sa come uscirne: non se lo fila nessuno e sembra un pugile che aspetta disperatamente il gong.